Azione Immediata by Andy McNab

Azione Immediata by Andy McNab

autore:Andy McNab [McNab, Andy]
La lingua: ita
Format: epub, azw3, mobi
pubblicato: 2011-12-15T07:23:50+00:00


19

ERO di nuovo l’uomo in bilico.

E da egocentrico, egomaniaco, ego-idiota qual ero, non riuscivo a vedere nient’altro all’infuori dello spettro dello scioglimento dello Squadrone B.

Di certo, non riuscivo a vedere l’altro scioglimento.

Quello incombente sul mio matrimonio.

Debbie e io adesso avevamo un appartamento a Hereford. Aver fatto ritorno in Inghilterra, aver trovato una casa e un lavoro erano state tutte ottime novità per lei. Mancava solo un piccolo, trascurabile elemento a questo quadro: avere anche un marito. Nella mia testa continuava a esistere solamente il Reggimento- il Reggimento- il Reggimento. Stare a casa con mia moglie? Ma scherziamo? Molto meglio andare a sbevazzare con gli scapoli dello Squadrone B, anch’esso in bilico.

«È oltraggioso!» berciai, riferendomi alla minaccia del colonnello.

«Come possono farci una cosa simile!»

«Farla a chi, Andrew?» disse Debbie. «A te e a me?»

«A me e ai ragazzi del B!»

«Difatti. Ora però io devo andare al lavoro.»

Osservai la sua auto che si allontanava. Credo sia stato in quel momento che cominciai a intravedere un chiarore alla fine del tunnel. Mia moglie si era fatta una sua vita, la quale aveva ben pochi contatti con la mia. Anzi, forse io avevo addirittura cominciato a rappresentare un peso… All’inferno, Andy McNab

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1995 - Azione Immediata

non avevo voglia di pensarci. Telefonate da fare, un’altra uscita con i ragazzi del B da organizzare.

Passammo il week-end dalla sorella di Debbie, nella stanza degli ospiti.

L’appartamento si trovava sopra il negozio di frutta e verdura di proprietà della madre delle ragazze. Per arrivare in casa bisognava passare per il negozio e salire un paio di rampe di scale. Di sera, la sorella chiudeva tutto e teneva la chiave. Mi sentii fuori fase per l’intera giornata del sabato.

Qualcosa non andava, qualcosa era maledettamente sbagliato. Solo che non riuscii a capire che cosa. Calarono le tenebre. Udii il rumore delle serrature che venivano chiuse al piano di sotto. La chiave sarebbe rimasta nelle mani di qualcun altro.

E io ero come intrappolato là dentro… Intrappolato!

Di colpo, il chiarore alla fine del tunnel divenne una luce accecante.

Debbie non c’entrava niente. Così come non c’entravano niente né sua sorella né le chiavi del negozio di frutta e verdura. Ero io, IO! Avevo scavato la fossa anche al mio secondo matrimonio e poi l’avevo riempita. Il bello era che non avevo la benché minima intenzione di tentare di riesumarlo qui e ora. Perché almeno una cosa, qui e ora, l’avevo capita: se avessi tentato di farlo, se avessi cercato di raddrizzare la nostra vita assieme, non solo avrei fallito, ma avrei fottuto anche la vita di mia moglie.

«Debbie…»

«Che cosa?»

«Non voglio più stare qui.»

«D’accordo.» I nostri sguardi s’incontrarono nello specchio. «Domattina ce ne andiamo», mi sorrise. «Adesso è un po’ tardi.»

«Non per me.»

Il suo sorriso si congelò.

«Non voglio più. Capisci quello che ti sto dicendo, Debbie? Non ha più senso.»

Capi quello che le stavo dicendo, certo che lo capì. Si mise a piangere e io mi sentii una merda ancora più infame. Eppure, dentro di me, sapevo che andava fatto, specialmente prima di avvicinarci all’area veramente critica: i figli.



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